La scuola come comunità professionale

La sede pisana

Articolo di Rita Di Ianni.

Apro una vecchia rivista di Cooperazione Educativa[1] e leggo un articolo di Diana Penso che mi colpisce: si parla di cuore pedagogico. Diana sostiene che in molte delle scuole che ha visitato manca un cuore pedagogico ovvero una riflessione più ampia e globale sul proprio progetto educativo.

È un articolo che mi travolge e mi porta alla mia scuola, quella dove lavoro come educatrice per un progetto extrascolastico, in cui si specchiano tutte le scelte che questa scuola, in primis attraverso il suo Dirigente, sta mettendo in atto.

Ho bisogno di immaginare una scuola senza barriere, senza voti; una scuola che torni a tessere legami col territorio; una scuola che apra le porte alla collaborazione, dove i bambini che vanno a mensa non trovino un personale incappucciato che serve loro un pasto, ma si alzino e collaborino al servizio; una scuola dove venga incentivata l’autonomia, dove non sia la parola sicurezza a regnare sovrana, ma la parola collaborazione; una scuola libera da slogan e da pubblicità che strizzano l’occhio al consumismo frenetico dei supermarket; una scuola aperta al mondo che è fuori; una scuola che riscopra il valore delle mani e del corpo; una scuola dove si possa entrare e sentire che è il bambino e il suo pensiero ad essere protagonista.

Alle Don Milani si respira il cuore pedagogico e questo respiro arriva in tutta la provincia di Pisa. La scuola è sede del Movimento di Cooperazione Educativa territoriale di Pisa; il Movimento nacque sulla scia del pensiero di Freinet nel 1958, dando vita a un’attenta ricerca che già in quegli anni poneva al centro del processo educativo i soggetti. La lunga storia del Movimento è caratterizzata dalla ricerca, dalla sperimentazione, dal desiderio di condividere e coinvolgere nel “mestiere dell’educare”.

La formazione

Il “nuovo” gruppo pisano del MCE è nato negli anni 2012/13[2] e da allora ha visto un crescendo di partecipazione. Gli insegnanti della scuola che operativamente partecipano alle riunioni mensili del Movimento sono tre, ma i locali della scuola diventano teatro delle iniziative di formazione MCE aperte a maestri ed educatori interessati e vedono la partecipazione di numerose maestre dell’istituto.

Questo clima di ricerca e formazione si rispecchia nel lavoro con i bambini e, a mio avviso, contribuisce a creare un panorama unico tra le scuole primarie del territorio.

Il gruppo territoriale pisano costruisce ogni anno un calendario di proposte formative sull’educare. I laboratori prevedono il riconoscimento ministeriale del MIUR e di anno in anno sono sempre più partecipati. Questi incontri rappresentano il cuore pulsante del movimento.

Formatori esterni arrivano a Pisa e propongono sia laboratori di qualche ora, sia laboratori residenziali. Talvolta qualche maestro o maestra del gruppo propone percorsi di formazione che ha sperimentato nelle proprie classi. Durante le riunioni mensili abbiamo modo di confrontarci anche sul tema affrontato nel laboratorio.

Le PCI

Una proposta a mio avviso molto interessante, che ho ritrovato attuata in entrambe le sedi è quella legata alle giornate di programmazione. Le scuole, infatti, proponevano in alternativa alla comune programmazione scolastica le “Programmazioni Cooperative Itineranti” (PCI).

Le PCI sono una forma nuova e sperimentale di organizzazione. Se la programmazione di classe o di plesso infatti costituiscono l’ossatura per l’efficacia dell’insegnamento, le Programmazioni Cooperative Itineranti possono risultare il concime per il rinnovamento delle pratiche e degli strumenti.

In ognuno degli incontri, che si tengono in varie scuole durante l’ordinario orario di programmazione, tutti gli insegnanti che lo desiderano possono costruire i propri “attrezzi del mestiere” utilizzando i materiali e gli strumenti a disposizione del gruppo: schede plastificate autocorrettive, flashcard, pannelli di procedure, strumenti musicali, giochi didattici.

Si possono confrontare gli oggetti e le pratiche in una sorta di “fiera permanente dell’educazione”. La scuola ospitante mette in mostra la propria organizzazione degli spazi e i propri materiali. Si può partecipare alle Programmazioni Cooperative Itineranti nelle ordinarie ore di programmazione di classe con il consenso del Dirigente Scolastico.


[1]Cooperazione Pedagogica, Vol. 4, n. 2.

[2] In passato era presente un altro gruppo territoriale pisano del Movimento. È stato attivo durante gli anni ’80. Alcune delle maestre delle Don Milani con più anni di esperienza ne facevano parte attivamente.