Archivio mensile:Gennaio 2016

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Le ombre vanno a scuola a cura di Mariano Dolci (burIMG_20160121_190431-01attinaio delle scuole di Reggio Emilia)

 
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Le ombre sono uno strumento potente a cavallo tra fisica e metafisica (senza ombra di dubbio). Si toccano senza toccarsi, mutano forma e grandezza, misurano il tempo e lo spazio.

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Si muovono e recitano come personaggi in scena. Un laboratorio di giochi ed esercizi con le ombre e la luce, per esplorare il loro fascino educativo.IMG-20160128-WA0007-01

Il Movimento di Cooperazione Educativa vi aspetta sabato per continuare, insieme a Mariano Dolci,  questa avventura!

 

 

(Foto Pia Basile)

IL CIELO È DI TUTTI

Resoconto del laboratorio astronomico condotto a Cagliari – Estate 2015

C’è chi ha attraversato la Sardegna per venire, chi ha preso l’aereo e chi la nave. Siamo in un’aula della scuola Santa Caterina di Cagliari, la brezza del mare fa capolino dalla finestra, siamo al terzo piano e il caldo si fa sentire.

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Cominciamo il laboratorio In viaggio con il sole, siamo in 15, tanti giovani come noi, e con due esperte dell’Equipe che partecipano osservando la metodologia del laboratorio.

Come di consueto nei laboratori del MCE partiamo dalla richiesta di un ricordo soggettivo di cielo, un cielo che ha stupito, meravigliato: non un ricordo generico, ma particolare e personale.

Così ha inizio la nostra avventura ai Cantieri; a condurre siamo in tre, Rita e Laura da Pisa e Maria da Roma, ci unisce la formazione con il Gruppo di Pedagogia del Cielo, un gruppo di ricerca del MCE che lavora da anni in rapporto diretto con quella parte della natura che è ovunque, gratuita e a disposizione di tutti, anche nelle situazioni più svantaggiate: il cielo. La ricerca si propone di indagare temi legati all’Astronomia attraverso l’osservazione dei fenomeni celesti per mezzo di semplici strumenti autocostruiti, esplorando la mitologia, che racconta l’organizzazione dello spazio e del tempo nelle diverse culture (1)

 

 

Schermata 2016-01-26 alle 11.13.34Il nostro laboratorio è un viaggio formativo, un viaggio alla scoperta del Sole, accompagnati da racconti di miti e brani tratti da Palomar (2) . Vogliamo condividere con i partecipanti didattiche attive, che valorizzino e promuovano un rapporto di conoscenza personale e diretta con lo spazio e le sue regole di organizzazione connotate culturalmente. Così per cominciare chiediamo di fare un disegno: “voi con la vostra ombra”.

Perchè partire dall’ombra?

Perchè l’ombra ci insegnerà molte cose sul sole e sul suo movimento.

Perchè partire dal disegno?

Galileo ha passato molto tempo a disegnare e anche un bambino piccolo che disegna sta provando a capire il mondo: il disegno è un modo di pensare e guardare il mondo, e su quei disegni si possono fare tante considerazioni. Tuttavia preferiamo passare alla fase dell’osservazione diretta, così usciamo fuori e ci mettiamo a guardare e scrivere quello che ci sembra interessante per il nostro studio delle ombre. Singolarmente partiamo ad esplorare le ombre del cortile, della piazza e qualcuno si avventura un po’ più in là.

La prima cosa che chiediamo è un lavoro individuale, perché in solitudine ci confrontiamo con noi stessi e i nostri pensieri. Le parole evocative che ciascuno fa uscire vengono poi condivise . Proponiamo infatti ai partecipanti, di provare a scrivere in piccoli gruppi, un testo o una poesia sull’ombra. Sono i primi momenti di incontro e di scambio, c’è da decidere che strada seguire, come comporre qualcosa che appartiene a tutti..

Il momento delle restituzioni è qualcosa che diverte e commuove: c’è il gruppo che ha provato a scrivere e inscenare una poesia; c’è quello che ha inventato una storia strutturata e ambientata nella scuola; e infine quello che ha richiesto la partecipazione del “pubblico” che è diventato parte della restituzione senza sapere a cosa andava incontro…

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Dopo un primo approccio alle ombre la giornata prosegue con un approfondimento del tema, scopriamo l’acchiapparaggi e l’Horihomo, un antico strumento per misurare il tempo attraverso la lunghezza della nostra ombra. L’Horihomo è basato sul fatto che in un dato giorno dell’anno e in un dato luogo esiste una relazione precisa tra l’ora e l’altezza del Sole sull’orizzonte. La misura risultante è strettamente legata alla latitudine del posto.

Il giorno seguente facciamo una richiesta che spiazza: staremo tutta la mattina al sole. Abbiamo bisogno di incontrare da vicino il nostro compagno di viaggio, il caldo si fa sentire ma il gruppo risponde bene.

Durante la notte precedente noi tre andiamo a giro per Cagliari per trovare un posto accogliente per l’attività. E’ difficile. Serve un luogo in cui si veda bene l’orizzonte e che sia abbastanza accogliente; troviamo verso mezzanotte un piazzetta che si affaccia sul mare dell’est, ha una fontana funzionante e non è troppo soffocata da edifici.

La mattina scopriamo, con nostra sorpresa, che è coperta di cappelli che due ambulanti vendono. Non chiedevamo di meglio! Comincia così la seconda giornata alla scoperta dell’orizzonte e del nostro corpo che diventa uno strumento universale per misurare distanze angolari. Spanne, pugni e pollici ci accompagnano fino ad ora di pranzo, storie di miti aprono la porta al lavoro, le teste bagnate con l’acqua della fontana rendono il caldo più piacevole e un semplice gioco di posizionamento ci pone domande e mette allegria.

Torniamo alla scuola con un bagaglio in più, adesso abbiamo un punto di partenza importante: un oblò sul cielo per osservarne i suoi percorsi. Così il pomeriggio prosegue con l’orientamento e il Mappamondo Parallelo. Ora che conosciamo il nostro orizzonte e abbiamo indagato il percorso del sole nel luogo siamo pronti per avere un punto di vista più globale.

A terra troviamo tracciata la linea del meridiano, con chi è potuto rimanere ed ha sottratto tempo alla preziosa pausa pranzo a cavallo del mezzogiorno locale abbiamo tracciato questa linea fondamentale che ci servirà per le nostre osservazioni astronomiche col Mappamondo Parallelo. Questo strumento prezioso fa parte di un progetto nato nel 2011 all’interno del Gruppo di Pedagogia del Cielo .

Schermata 2016-01-26 alle 11.13.06A partire dal mappamondo che tutti già conoscono, si costruisce un “nuovo” strumento che permette di ripensare la propria posizione sul globo terrestre in relazione agli altri Paesi. Questo strumento permette di osservare in tempo reale come il Sole illumina le diverse regioni della Terra e quindi di comprendere l’alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni e dei fusi orari sul nostro pianeta. (3)

Il primo approccio a questa ultima fase ci porta a porci domande di fondo come Cosa vuol dire ‘sotto’ nello spazio? Spesso un ostacolo didattico è rappresentato dalla confusione tra alto e basso con Nord e Sud. Nel parlato quotidiano usiamo dire “salgo a Nord” o “scendo a Sud”, si appendono al muro delle nostre aule scolastiche carte geografiche e carte Europa-centriche che alimentano questa convinzione. Cominciare a giocare con il Mappamondo Parallelo e libero dal suo supporto può aiutare a restituire all’alto e al basso il loro valore locale.

Così grazie al Mappamondo abbiamo osservato i Paesi attraversati dal terminatore, la linea di separazione tra la zona illuminata e la zona in ombra, e abbiamo guardato e commentato come si sposta col passare del tempo, fatto ipotesi e cercato di scoprire cosa succede alle ombre in vari paesi del Mondo.

Torniamo in aula, il tempo stringe, ci avviamo alla conclusione: torniamo ai nostri disegni, è interessante confrontare i risultati emersi nei disegni iniziali e quelli emersi dopo le considerazioni fatte in questi due giorni. Appuntiamo sul quaderno le domande rimaste aperte e non abbiamo il tempo di salutarci adeguatamente. Cerchiamo il tempo della relazione il giorno dopo, nella splendida cornice della biblioteca storica di Cagliari, dove restituiamo al gruppo una poesia composta con i loro ricordi di cielo del primo incontro.